Milano, segregata e violentata dall'ex fidanzato peruviano
Accade appena due giorni fa a Corsico, nei pressi di Milano; una ragazza ecuadoriana di 23 anni viene rinchiusa per due giorni dall'ex fidanzato, ventenne peruviano con un lavoro regolare in Italia ma con gravi problemi di alcolismo.
La relazione fra i due era sempre stata tormentata, tanto che la donna racconta di più episodi di violenza, che hanno portato alla separazione; fu dal 2015 che la loro storia prese una piega pessima. Anni caratterizzati da aggressioni, botte, scenate di gelosia impressionanti, atteggiamenti ossessivi. Il primo pestaggio, secondo quanto ricostruito, la ragazza lo aveva subito quando era incinta di quattro mesi. Ma non ha mai voluto denunciare nulla alle forze dell’ordine. «È pur sempre il padre di mio figlio», era la giustificazione che si sentivano dare le persone a lei vicine. Erano stati i militari di Gorgonzola, dove viveva la coppia prima di spostarsi a Corsico, a far aprire un fascicolo in Procura, dopo un intervento per una delle tante liti violente scoppiate in casa. La relazione si era trascinata così, in modo altalenante, fra separazioni e ricongiungimenti continui.
La vicenda incriminante ha inizio quando il peruviano obbliga l'ex fidanzata ad uscire con amici, senza riferire della sua presenza a casa; la ragazza, una volta ritornata, viene segregata in casa fino a quando, nel primo pomeriggio di venerdì, ha approfittato del sonno del suo aggressore per affacciarsi alla finestra e passare la richiesta di aiuto ad una connazionale. La vittima è anche riuscita a parlarle sottovoce, chiedendo di chiamare sua madre, alla quale aveva affidato il figlio. La passante ha però chiamato i carabinieri che l'hanno liberata e portata alla clinica Mangiagalli, dove è stata confermata la violenza, con quattro giorni di prognosi.
Il messaggio scritto dalla 23enne su un foglio del diario del figlio passato da una grata della finestra |
La relazione fra i due era sempre stata tormentata, tanto che la donna racconta di più episodi di violenza, che hanno portato alla separazione; fu dal 2015 che la loro storia prese una piega pessima. Anni caratterizzati da aggressioni, botte, scenate di gelosia impressionanti, atteggiamenti ossessivi. Il primo pestaggio, secondo quanto ricostruito, la ragazza lo aveva subito quando era incinta di quattro mesi. Ma non ha mai voluto denunciare nulla alle forze dell’ordine. «È pur sempre il padre di mio figlio», era la giustificazione che si sentivano dare le persone a lei vicine. Erano stati i militari di Gorgonzola, dove viveva la coppia prima di spostarsi a Corsico, a far aprire un fascicolo in Procura, dopo un intervento per una delle tante liti violente scoppiate in casa. La relazione si era trascinata così, in modo altalenante, fra separazioni e ricongiungimenti continui.
La vicenda incriminante ha inizio quando il peruviano obbliga l'ex fidanzata ad uscire con amici, senza riferire della sua presenza a casa; la ragazza, una volta ritornata, viene segregata in casa fino a quando, nel primo pomeriggio di venerdì, ha approfittato del sonno del suo aggressore per affacciarsi alla finestra e passare la richiesta di aiuto ad una connazionale. La vittima è anche riuscita a parlarle sottovoce, chiedendo di chiamare sua madre, alla quale aveva affidato il figlio. La passante ha però chiamato i carabinieri che l'hanno liberata e portata alla clinica Mangiagalli, dove è stata confermata la violenza, con quattro giorni di prognosi.
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